Cuoco in bicicletta, Giro D'italia 2018

Si torna in Friuli Venezia Giulia, questa volta per pedalare sulla montagna più dura di tutte: lo Zoncolan. Premetto: affrontarlo con le borse e la divisa da cuoco non è stata una grande idea. La salita è più dura di quanto si possa immaginare: non ci sono punti di respiro per almeno sei chilometri, il bagaglio non aiuta e nemmeno i rifornimenti a base alcolica che si trovano lungo l’ascesa.

Il passaggio del primo rifornimento, a dopo pochi metri di salita.

 
Dopo il rifornimento volante a base di carboidrati (distillati) tutto assume una dimensione diversa. L’asfalto bagnato dalla pioggia è occupato dai graffiti di tifosi più o meno fantasiosi è già occupato da tifosi di ogni provenienza. Tra una grigliata e l’altra, c’è chi continua la salita tra sofferenze infernali e chi si prende cura del cuoco in bicicletta sostenendolo con qualche spinta

” Chi me l’ha fatto fare ?”

 
Poco prima della cima vengo bloccato dal servizio d’ordine che non fa proseguire oltre. Tiro un sospiro di sollievo. E’ il momento della corsa, dei corridori, quelli veri, quelli che salgono in cerca di una vittoria e quelli che, attardati, cercano una spinta e un tifoso.

Eugert Zhupa a due chilometri dalla cima si può concedere un attimo di relax.


Abbandonata la Carnia per le salite del Cadore, il Giro d’Italia ripropone un altro tappone con dislivello importante e una sequenza di salite che metterà in difficoltà parecchi protagonisti. Sulle Colle di Sant’ Antonio i tifosi purtroppo scarseggiano a causa delle cattive condizioni meteo. Mancano ancora parecchi chilometri al traguardo e il gruppo passa ancora compatto.

“Allora, amatriciana per tutti?”

 
 
La salita è breve, ma ha fatto danni, parecchi corridori arrivano attardati e proseguono solitari. Qualcuno fa più fatica di altri, alcuni trovano il tempo per un saluto e un sorriso.

Mattia Cattaneo con il cuoco in bicicletta.