Esiste un angolo di paradiso, in un lembo di terra isolato tra le acque del lago di Garda e quelle del lago di Ledro. Rarissime qualità di fiori colorano verdi pascoli, mentre le più svariate specie di uccelli scelgono questa rotta per migrare. Si affidano con sicurezza alla natura che ha nascosto questi luoghi con discreta bravura. Ogni paradiso ha però un prezzo da pagare, una fatica da espiare prima di essere raggiunto, e anche per il Passo Di Tremalzo sarà così.

Passo Tremalzo in bicicletta.

 

Prima fatica il caldo opprimente, a cui non c’è soluzione o alternativa. Seconda penitenza il traffico. Partendo da Brescia si può parzialmente ovviare a questa piaga imboccando la ciclabile che dalla periferia giunge sino a Salò. Ben tenuta e segnalata è pure ben fornita di indicazioni e fontanelle di acqua potabile. La tregua è solo parziale fino a quando occorre imboccare la rivierasca che percorre la sponda ovest del Benaco.

La strada della forra, spettacolare e unica.

Come in un girone infernale, si alternano strappi improvvisi, auto sfreccianti, tunnel poco illuminati e curve pericolosamente strette. Superato Tignale e dopo circa trenta chilometri si trova pace abbandonando la via principale ed imboccando la strada della Forra. Impossibile non scorgere l’indicazione che, gigantesca, ci indirizza in un brevissimo tunnel e dopo una curva inizia a salire e prendere quota.

Il lago di Garda e appena sopra Vesio di Tremosine.

In un continuo alternarsi di gallerie e tratti esposti allento la tensione del traffico e mi rilasso con la splendida vista sul lago. Alcune volte riesco persino a percorrere quel che resta della vecchia strada, evitando i brevi tunnel e pedalando su tratti a strapiombo con lo sguardo che si perde sull’intera estensione dell’acqua e toccando tre province e tre regioni.

Al Passo Nota si lascia l’asfalto e si seguono le indicazioni per il Passo Tremalzo

Terminato questo tratto spettacolare la strada si addentra nella montagna, percorrendo brevi canyon e strettoie disegnate dall’acqua nei secoli. In alcuni tratti la luce del giorno fatica ad arrivare e sembra di pedalare nelle viscere della terra. Le pendenze non sono mai ostiche, ma la salita non molla mai. Giunto a Vesio faccio rifornimento per la notte e torno ad ammirare il lago dal belvedere della piazza principale.

Parcheggio per biciclette al Rifugio Passo Nota

Riprendo, seguendo i cartelli, verso Passo Nota su una strada stretta che costeggia alcune coltivazioni e riprende a salire man mano che si allontana dal paese. La valle sale stretta accanto ad un corso d’acqua, disegna rare curve, ma offre possibilità di rifornimento idrico prima di raggiungere il bivio per Passo Tremalzo.

Un tratto particolarmente impegnativo, con il lastricato che addolcisce la salita.

Il bivio in questione si trova nei pressi del Rifugio Alpini, a Passo Nota. Qui termina il malconcio asfalto e si materializza l’ultima fatica. Lo sterrato è in realtà una pietraia a tratti impercorribile. Dove la pendenza diventa arcigna si trovano dei tratti di cemento, in alternativa spingere la bicicletta diventa una soluzione inevitabile. I tornanti stretti regalano differenti punti di vista e di respiro, risultando inoltre molto fotogenici.

La strada appena percorsa con alcuni dei tornanti.

Al risveglio guardo in basso verso la strada percorsa, i tre chilometri di sterrato e i nove di asfalto per raggiungere Passo Nota. Sopra di me ci sono invece ancora alcune ore di fatica, che percorrerò riposato dopo la notte nel silenzio della montagna. Ai mezzi motorizzati non è permesso salire per questa via, così non è così improbabile incontrare qualche marmotta o udire i passi di qualche cervo.

Verso la cima il paesaggio si apre, ma la strada resta dura.

Dopo un ultimo tunnel, il più lungo, la strada improvvisamente inizia a scendere. Di fronte a me si apre un paesaggio completamente diverso. Tutto è più morbido, verde e quasi idilliaco. La via perde quota dolcemente tagliando colline brulicanti di fiori, solo qualche malga e il rifugio in prossimità del passo inquinano il paesaggio.

Il punto più alto del giro si trova all’interno di questo tunnel.

Per raggiungere Passo Tremalzo occorre guidare la bicicletta per gli ultimi due chilometri di sterrato in discesa, prima di ritrovare l’asfalto e i primi camminatori mattutini. La discesa che prosegue verso il Passo D’Ampola è lunga circa tredici chilometri, da qui si prosegue per Storo, il lago D’Idro e poi per la valle del Chiese. Il ritorno a Brescia avviene sulla stessa ciclabile del giorno precedente.