Cuoco in bicicletta Giro d'Italia 2020
Edizione anomala e allo stesso tempo storica del Giro: si corre ad ottobre e questo purtroppo raffredda il clima, ma soprattutto il pubblico.
Pochi disperati per la strada, il Covid e la stagione inoltrata hanno lasciato a casa parecchi tifosi.
Il cuoco in bicicletta è comunque presente alla cronometro del prosecco, confermando che l’abbinamento vino/giro è sempre un dei più azzeccati.
Terminata la tappa nei vigneti, proseguo evitando buche ed ubriachi. Le bottiglie di Prosecco mi tentano, ma la strada è lunga e soprattutto è ricca di curve. Meglio trattenersi e conservare la sete per la tappa in Friuli, dove solitamente non si corre mai il rischio di morire di sete.
Ai piedi di Piancavallo il popolo rosa scarseggia, e sale un po’ di nostalgia nel ricordare il maggio del 1998, quando Marco Pantani su questa salita vinse una delle tappe di quel giro trionfale.
Ormai sono rassegnato, è un Giro sottotono salgo spinto dai pochi tifosi rimasti, generosi come sempre e ubriachi come non mai.
La corsa passa, i primi della classifica salgono a velocità folli, il gruppetto è sgranato e gli ultimi si arrivano col sole già calato e i tifosi ormai sulla via del ritorno.
Giro uno, Covid zero, e l’anno prossimo si ricomincia.